Al Lanificio Picco un itinerario teatrale nella storia dell'industria biellese
È uno dei “fumanti camini” che Biella “ostenta”, come citano di celebri versi del Carducci, a ispirare il titolo del nuovo percorso teatrale nato dalla collaborazione tra la compagnia Teatrando, diretta da Paolo Zanone, e lo storico e archivista Danilo Craveia.
“Dall’alto di una ciminiera”, in scena Sabato 18 e Domenica 19 ottobre negli spazi ex-industriali del Lanificio Picco di Veglio, ripercorre la storia dell’azienda che, fondata nel 1883 da Giovanni Battista Picco, rimase in attività fino agli Anni 50 del Novecento. Una vicenda che permette di raccontare anche il tessile biellese, con le sue dinamiche e le sue caratteristiche, comuni a molte altre imprese familiari, sebbene ciascuna rimanga, ovviamente, peculiare.
Articolato in sette scene, il percorso si snoda tra gli spazi dell’ampio complesso che, seppur abbandonato da tempo, conserva elementi, soprattutto architettonici, di sorprendete imponenza e raffinatezza: colonne negli ampi saloni, coperture a shed, vetrate, abbaini e quell’altissima ciminiera su cui ancora si legge la scritta “Picco”.
La storia inizia nel passato, dal fondatore, grande maestro del finissaggio di stoffe, e prosegue tra incendi, ampliamenti, società che si fondano e si sciolgono, locali affittati ad aziende più piccole, per arrivare al presente, invitando a riflettere anche su possibili riutilizzi della struttura che, uscita dall’ambito produttivo, può entrare in quello culturale, commerciale, residenziale.
“La proprietà ha sentito il desiderio di riscoprire la sua stessa storia – commenta Craveia – ma rispetto ad altri casi, non c’era un archivio, perché è andato completamente disperso. Per fortuna gli archivi si parlano e le fonti da cui attingere possono essere diverse. Qualcosa di prezioso è stato trovato proprio all’interno della fabbrica. Penso ai cartellini che si applicavano alle pezze e che, oltre alle caratteristiche tecniche, riportavano i nomi del tessitore che aveva lavorato al telaio. Ritrovare oggi quei nomi significa scoprire l’umanità che ha lavorato in quel luogo”.
Il teatro rievoca quell’umanità, fatta di operai, disegnatori, membri stessi della famiglia. Gli spazi affascinano con le loro sorprendenti peculiarità. La storia dei Picco diventa emblema di quella dell’industria biellese, così peculiare.
“Quella tessile biellese – aggiunge Craveia – è un’industria medio-piccola che ha caratteristiche tipiche, presenti solo nella nostra realtà. Non è paragonabile ai grandi insediamenti industriali di altre zone. Era fatta di fabbriche che s’inserivano nel paesaggio, tra torrenti e foreste. Erano case-fabbrica, di piccole dimensioni, ma che davano lavoro a centinaia di persone e sapevano arrivare lontano. Erano in grado di spedire la loro lana dall’altra parte del mondo”.
Tra gli oggetti ritrovati c’è un taccuino, protagonista di una delle scene, in cui sono annotati articoli, ordini e commesse destinate al Costarica, al Medio Oriente, a Teheran, a Il Cairo.
“Questo appuntamento autunnale – conclude Paolo Zanone - è una sorta di “episodio pilota” di uno spettacolo che intendiamo arricchire e che riproporremo la prossima estate, nell’ambito di un più articolato progetto di racconto e valorizzazione della storia e del paesaggio industriale biellese”.
Realizzato in collaborazione con l’Associazione Lanificio Picco 1883, lo spettacolo è sostenuto dal Bando CulturHub della Fondazione Crb e sarà proposto a ingresso gratuito.
Si parte a gruppi ogni 20 minuti: sabato dalle 20.30 alle 21.30 e domenica dalle 15.30 alle 16.30.
Prenotazione consigliata a questo LINK oppure telefonando al 333.5283350.
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SCENE E INTERPRETI
“Paesaggio”: Veronica Rocca
“Fondazione e avvio dell’attività”: Alfredo Barausse e Paolo Zanone
“La famiglia”: Laura Antoniotti, Stefano Garbaccio, Novella Ghiotti, Stefania Lazzarini, Claudio Nicolai
“I tessuti Picco dal Costarica a Teheran”: Gabriele Firenze e Mattia Pecchio
“Lavoratori in sciopero nel ‘43”: Rosalba Contaldo, Fiorella D’Ostuni, Luisella Gracis, Artemisia Loro Piana, Lia Lupino, Carlos Solimena
“Architettura”: Sofia Parola e Simona Romagnoli
“Nuovo inizio”: Ilaria Gariazzo e Frank Juch
Narratori (in ordine di apparizione): Eleonora Battaglia, Enrico Manfredo, Lorenzo Monteleone, Edoardo Ramasco, Laura Melen, Chiara Borghesi e Mariella Moschetto
Regia: Veronica Rocca e Paolo Zanone, con l’aiuto di Frank Juch
Allestimento tecnico: Mario Chiamenti